Perché fai così?

Quante pagine social segui che ti mostrano famiglie perfette, con figli perfetti e situazioni familiari idilliache? E quante sono quelle che si sforzano di mostrare la “instaverità” e stanno in realtà mostrando, ancora una volta, situazioni non aderenti alla maggior parte della vita delle persone che vivono intorno a te?

Non c’è bisogno di contare, sei già consapevole che sono davvero troppe, ma la cosa che più mi stupisce è il seguito smisurato di questi personaggi.

 

Oggi voglio analizzare una delle situazioni che mi è capitato di seguire, mi riferisco a una nota modella, madre di un bimbo di poco più di un anno, che qualche tempo fa ha raccontato di aver rinunciato agli ultimi giorni di vacanza in montagna perché il bimbo non ne voleva sapere di dormire la notte. Il suo tentativo di normalizzare le fatiche che si vivono da genitori mi ha fatto riflettere.

Ha raccontato di aver prenotato un albergo in montagna e di aver chiesto alla struttura di contattare una babysitter che potesse intrattenere il bimbo qualche ora in modo che lei il marito potessero cenare tranquillamente e passare qualche ora da soli. Fatta eccezione per la tipologia della struttura, non proprio abbordabile da tutti, il discorso di voler passare qualche ora solo come coppia non è di per sé sbagliato, anzi! Quello che mi ha colpita è l’assoluta cecità rispetto alle conseguenze della loro scelta.

I genitori hanno passato 2 o 3 serate così, hanno condiviso momenti piacevoli, qualche ora tutta per loro e nel momento del ricongiungimento con il figlio, per il sonno notturno, le cose prendevano una piega diversa: il bimbo era agitato, non ne voleva sapere di dormire, le nottate venivano descritte dai genitori come un incubo. E questa mamma non riusciva a spiegarsi il motivo di così tanto nervosismo.

Ora, io non vorrei semplificare troppo la situazione, ma resto sconcertata da come i tanti cambiamenti introdotti da questa famiglia durante le vacanze non abbiano fatto venire loro qualche dubbio sulla serenità con cui li avrebbe accolti il figlio.

  • Viaggio
  • cambio località
  • cambio camera
  • cambio letto
  • cambio alimentazione
  • cambio attività diurne
  • cambio orari
  • nuova babysitter mai conosciuta

questi sono solo i primi cambiamenti avvenuti in quell’occasione e che balzano all’occhio dal racconto social. 

Se come adulti sentiamo il bisogno di staccare dalle nostre routines quotidiane che diventano troppo strette, non possiamo dimenticare che per i bambini questo discorso non vale. I bambini sono più sicuri e sereni in situazioni conosciute e prevedibili.

Allora non dobbiamo mai fare una viaggio, andare in vacanza o cambiare le abitudini in casa?

Certo che NO, NON VOGLIO DIRE QUESTO!

MA

è necessario preparare i bambini con anticipo, raccontando quello che succederà e soprattutto mettere in conto la loro fatica ad accettare e adeguarsi al cambiamento!

 

Ecco, una cosa che troppo poco si vede sui social è la capacità di mettersi nei panni dei bambini.

E la domanda posta al figlio con quesito pubblico “Perché fai così?” non sembra in grado di stimolare veramente una ricerca autentica da parte di questi genitori.

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